"La Brexit ha avuto più date nell'ultimo anno di me" è stata una battuta popolare su Twitter oggi dopo l'annuncio dell'UE che gli Stati membri hanno concordato un nuovo periodo di estensione.

Il Regno Unito ha ora una scadenza del 31 gennaio per concordare un accordo in Parlamento. Giusto per aggiungere ulteriore intrigo, l'accordo è flessibile e consente che la Brexit avvenga prima di quella data in caso di raggiungimento di un accordo. Inserimento di un nuovo termine nel dizionario Brexit: 'flextension'.

È un duro colpo per Boris Johnson, il cui messaggio principale durante la sua battaglia per la leadership si è concentrato sul "fare la Brexit" entro il 31 ottobre, senza se e senza ma. E mentre i suoi emendamenti all'accordo di Theresa May, principalmente sugli accordi al confine irlandese, hanno raccolto abbastanza sostegno in Parlamento per concedere una seconda lettura, il rifiuto dei parlamentari di valutare il nuovo testo in soli tre giorni ha portato il Regno Unito a un'altra posizione di incertezza e, parola del giorno, ritardo.

Ma le notizie di oggi sono buone o cattive per le imprese britanniche?

La buona notizia

La buona notizia per le aziende britanniche è che una Brexit senza accordi entro la fine di questa settimana non si verificherà. Enormi datori di lavoro, in particolare nel settore manifatturiero, sono stati unificati nella loro convinzione che un'uscita senza accordo o "crash out" dall'Unione europea sarebbe disastrosa, taglierebbe posti di lavoro e comporterebbe un ulteriore trasferimento operativo nel continente.

Il ritardo offre anche un'ulteriore opportunità per le PMI che non sono ancora preparate per una partenza dall'UE, per buoni motivi o meno, di mettere in atto alcuni piani per affrontare qualsiasi evenienza derivi da quello che entro il prossimo anno sarà un quadriennio processi.

Vale anche la pena notare che per molte aziende, il Natale è un periodo di scambio critico per il quale qualsiasi interruzione, inclusa un'uscita concordata, si sarebbe rivelata estremamente scadente.

La cattiva notizia

Ciò che molti leader aziendali hanno commentato pubblicamente negli ultimi anni è che è l'incertezza e non la Brexit stessa che sta davvero danneggiando gli affari del Regno Unito.

E per quelle aziende che hanno visto gli investimenti prosciugarsi o le aziende che hanno piani di crescita bloccati, l'attesa per un percorso chiaro e verificato continua.

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Il ritardo in corso si rivela anche un altro duro colpo per le organizzazioni che hanno investito milioni nello stoccaggio di beni e componenti critici che ora dovranno decidere se continuare a pagare per immagazzinarli, iniziare a usarli e acquistare ulteriori azioni l'anno prossimo o, anzi, cercare di sbarazzarsi di ciò che ora potrebbe essere diventato obsoleto per quanto riguarda i beni deperibili.

Ma per ora è come lo eri per le aziende del Regno Unito e il commercio continua.